Organizzazione e processi

Formazione finanziata e realizzazione di progetti formativi

La formazione finanziata è uno strumento fondamentale che permette alle imprese di investire nella crescita delle competenze. Ma come funziona, concretamente? E chi c’è dietro l’organizzazione dei percorsi formativi finanziati? In questo articolo esploriamo queste due tematiche, portandovi anche all’interno dell’ufficio progettazione di Upskill, per vedere più da vicino come nascono i progetti formativi per le aziende.

Che cos’è la formazione finanziata? 

Iniziamo dalle base: che cosa si intende per formazione finanziata? È una tipologia di formazione di cui le organizzazioni possono beneficiare grazie a risorse economiche dedicate, che esse stesse versano ad uno specifico Fondo Interprofessionale.

L’istituzione dei fondi paritetici interprofessionali risale alla legge n.388/2000 (Legge finanziaria 2001) che, nell’art.118, ha introdotto la possibilità per le imprese di destinare lo 0,30% dei contributi INPS al finanziamento della formazione dei propri dipendenti, attraverso la costruzione o l’adesione a specifici fondi settoriali o intersettoriali. Questo provvedimento è nato per promuovere un sistema di formazione continua, rendendola uno strumento di competitività per le aziende e di crescita professionale per i lavoratori, in linea con gli indirizzi europei, delineati all’interno della Strategia di Libsona.

Aderendo a un fondo interprofessionale quindi, le imprese possono finanziare la formazione dei propri dipendenti senza sostenere costi aggiuntivi. È infatti sufficiente destinare a questo scopo una quota dei contributi già versati all’INPS. Ad oggi, l’adesione ad un fondo interprofessionale rappresenta uno dei principali strumenti in Italia per favorire la riqualificazione dei lavoratori e migliorare l’attrattiva delle imprese, in un’ottica di formazione continua.

Oltre ai fondi interprofessionali, costituiscono opportunità di formazione finanziata anche i bandi emanati dalle pubbliche amministrazioni italiane come Regioni e Ministeri. Queste PA possono mettere a disposizione risorse economiche per finanziare percorsi di formazione rivolti a lavoratori, disoccupati, giovani, imprenditori, ecc.

In particolare, Il Fondo Sociale Europeo (FSE) è uno dei principali strumenti finanziari dell’Unione Europea per sostenere l’occupazione, l’inclusione sociale e la formazione professionale. Agisce dunque co-finanziando interventi realizzati da Regioni, Ministeri, enti locali e centri di formazione.

 

Le opportunità della formazione finanziata 

Come si può erogare, quindi, la formazione grazie ai fondi interprofessionali? I fondi offrono due principali modalità per erogare le risorse alle imprese:

  • Conto Formazione aziendale: ogni azienda accumula risorse in un conto dedicato (di solito fino all’80% dei versamenti). Può utilizzarle in autonomia, presentando piani formativi affinché i corsi vengano approvati e finanziati.
  • Avvisi pubblici (bandi): i fondi pubblicano periodicamente bandi tematici (su innovazione, digitalizzazione, sviluppo delle competenze, ecc.). Le imprese vi partecipano presentando un progetto formativo. Se la proposta supera la valutazione (basata su criteri o graduatoria), ottengono finanziamenti — talvolta anche superiori rispetto alle risorse a disposizione, grazie a un “conto sistema” mutualistico.
    In questo contesto, ovvero quello di un avviso pubblico, le società di formazione come Upskill entrano in gioco: si occupano di supportare le imprese nella progettazione, presentazione e realizzazione dei piani formativi. Lavorano infatti per aderire e rispondere prontamente ai requisiti del bando, erogando la formazione attraverso docenti qualificati e gestendo la rendicontazione delle attività, assicurando la conformità alle regole del Fondo e il corretto utilizzo delle risorse.

 

Creazione dei progetti formativi all’interno di un bando finanziato

Entriamo ora nell’ufficio progettazione di Upskill per scoprire, attraverso le parole di Clara e Roberto, come nascono i progetti formativi finanziati.

  • Cosa fate quando esce un bando di un fondo interprofessionale?

Clara: Alla pubblicazione di un Bando o di un Avviso il team progettazione lo legge, lo studia e si confronta; si discutono dubbi e criticità, il target potenziale del bando, i suoi punti di forza, le tematiche, le modalità formative previste, le tempistiche di presentazione e ogni aspetto necessario ad avviare un lavoro di qualità sul bando.

Una volta inquadrate le caratteristiche, si passa alla fase di condivisione con gli altri uffici, tramite apposite riunioni tecniche, durante le quali si concordano le strategie d’azione e la struttura degli impianti progettuali che si intendono presentare, in accordo con l’ufficio commerciale e con quello della gestione; un buon progetto è quello finanziabile, ma anche realizzabile! Questo lavoro collettivo getta le basi per garantire uno svolgimento agevole sia della fase di proposta del bando ai clienti sia dei successivi step per la raccolta fabbisogni e la costruzione di progetti.

 

  • Come svolgete l’analisi dei fabbisogni?

Roberto: La raccolta dei fabbisogni è un momento cruciale nella roadmap di presentazione dei progetti. Io e le mie colleghe e colleghi progettisti partecipiamo alle riunioni con le aziende potenzialmente aderenti all’avviso, registrandone le esigenze formative tramite questionari e interviste specifiche. Queste vertono sulle peculiarità delle aziende, sulla loro struttura organizzativa e produttiva, sui loro bisogni formativi, sulle necessità di crescita e sviluppo catalizzati sulla situazione reale delle lavoratrici e dei lavoratori, puntando a far emergere le competenze utili al miglioramento delle performance professionali, sia dal punto di vista tecnico che trasversale e del benessere.

Si può dire, in definitiva, che le aziende vengono accompagnate in un processo su misura che permette la costruzione di percorsi personalizzati, declinandoli secondo le caratteristiche di progettazione richieste dal bando, garantendo così la proposta di interventi che coniughino i bisogni aziendali con la finanziabilità dei progetti. Il cliente è al centro di questa fase, basata sull’ascolto e la comprensione delle sue esigenze.

 

  • Come nascono i progetti formativi?

Clara: Una volta raccolti i fabbisogni, comincia la fase più creativa, ovvero il momento di progettazione vero e proprio! Inquadrati i fabbisogni all’interno dei parametri del bando, viene messa a punto la struttura progettuale definitiva, in modo che le tematiche e le modalità formative siano allineate alle esigenze aziendali in termini di argomenti trattati, durata delle azioni formative, tipologia di formazione.

Si passa quindi alla scrittura del progetto: qui si fondono in maniera chiara e funzionale le caratteristiche del bando, i fabbisogni aziendali, i contenuti formativi, in un testo in cui la dimensione macro comunica costantemente con quella micro e gli aspetti generali si amalgamano a quelli specifici delle aziende e del personale che riceverà la formazione. La scrittura richiede la consultazione e l’integrazione nel testo di studi quantitativi e qualitativi per motivare la finanziabilità della proposta rispetto alle necessità del tessuto socio-economico entro cui si inserisce, e anche di materiali didattici tecnici e trasversali per scrivere azioni formative dall’impatto scientificamente provato e funzionale per le aziende partecipanti e per la crescita del personale coinvolto. Il risultato è un testo ricco, corposo e dettagliato, impostato in modo da essere valutato positivamente dall’ente finanziatore e da soddisfare le esigenze delle aziende partecipanti.

 

  • Come si sviluppa la fase di presentazione del progetto formativo?

Roberto: L’ultima fase è quella della presentazione del progetto all’ente finanziatore; l’esperienza dei progettisti si rileva fondamentale, perché le procedure possono essere complesse e articolate, coinvolgendo piattaforme online su cui inserire grandi quantità di dati, e la produzione di numerosi documenti da allegare al progetto. Se nella fase di scrittura la creatività fa da padrone, adesso sono la precisione, l’attenzione e la puntualità ad essere fondamentali, perché anche un singolo errore di compilazione può determinare l’inammissibilità del progetto. Per questo, nonostante la grande esperienza del team di progettazione, prima di presentare i progetti il gruppo effettua una serie di controlli incrociati, con l’obiettivo finale di presentare progetti finanziabili, di qualità e di utilità per le aziende e le persone partecipanti.

Come abbiamo visto, il lavoro dell’ufficio progettazione è complesso e articolato: richiede competenze tecniche, capacità di ascolto e una profonda conoscenza dei meccanismi della formazione finanziata. Dietro ogni corso approvato e realizzato c’è un’attenta attività di analisi, scrittura e coordinamento.

Continua a seguirci per scoprire le opportunità della formazione finanziata: un modo concreto per investire nelle persone, crescere come organizzazione e affrontare con strumenti aggiornati le sfide del mercato!

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