Portare un collega verso la propria idea, convincerlo della propria Leadership e persuaderlo a condividere una strategia sono obiettivi comuni a manager e imprenditori di successo. Essere Leader richiede infatti capacità trasversali, talento e carisma.
Ma nello specifico, su quali punti fare leva per risultare persuasivi e pragmatici, godendo del consenso e dell’appoggio dei collaboratori?
L’arte della persuasione in sei passi
Nel libro “Le armi della persuasione”, lo psicologo statunitense Robert Cialdini condivide sei preziosi principi per ottenere approvazione e aiuto da chi ci sta vicino. Essere persuasivi significa coltivare:
- Reciprocità
Ci sentiamo in dovere di restituire un favore a chi ci ha offerto qualcosa. Perché non giocare d’anticipo e mettere subito l’interlocutore in una posizione di “debito” nei nostri confronti? La mossa giusta in questo caso è condividere un’informazione di valore, sollecitando l’altro a fare altrettanto.
- Impegno e Coerenza
Mostrare interesse per l’idea o il progetto altrui motiva l’interlocutore a rispettare la promessa iniziale e concludere l’attività nei tempi stabiliti.
- Riprova sociale
Tutti ci facciamo influenzare dal gruppo, certi che l’idea condivisa dai più sia quella vincente. Perché non citare personaggi influenti o sulla cresta dell’onda per portare una persona dalla nostra?
- Simpatia
È più facile farci convincere da una persona che ci piace. Pertanto, via libera al carisma, alla cura del dettaglio e all’entusiasmo nelle giuste misure.
- Autorità
Siamo stati educati a rispettare e obbedire all’autorità legittima. Modulare, dunque, il tono di voce o utilizzare un lessico forbito aumenta la credibilità, ponendoci in posizione di vantaggio.
- Scarsità
Un prodotto acquisisce maggior valore quando la percezione della sua disponibilità è limitata. Fare in modo che l’interlocutore creda di essere vicino a una potenziale perdita, lo spinge inconsciamente a correre ai ripari, accettando la proposta che gli viene fatta.
Dalla teoria alla pratica: tecniche di Leadership vincente
Un Leader è tale quando coltiva l’arte dell’empatia, nutrendo le persone e le loro qualità. Per perfezionare questa attitudine e gestire al meglio la comunicazione con i collaboratori, ecco alcuni consigli pratici:
- Essere il primo sostenitore del team: credere in un progetto e in chi lo realizza è la vera mission del Leader. Questo si traduce nella capacità di motivare tutte le risorse a lavorare in sinergia, trasmettendo conoscenze di valore e investendo nella loro formazione.
- Capacità organizzative e comunicative: individuare l’obiettivo e condividerlo con il team richiede non solo chiarezza di visione, ma anche capacità di responsabilizzare tutta la squadra.
- Positività e lealtà: il Leader è un modello a cui aspirare e rivolgersi per un confronto costruttivo. Ma è anche (e soprattutto) una persona felice, dispensatrice di serenità e positività.
- Presenza: il Leader c’è e si espone nel momento del bisogno, senza timore di passare all’operatività. Si affianca alla squadra, prendendo in mano la situazione e lavorando alla risoluzione del problema.
- Carisma e chiarezza: essere una guida equa, imparziale e appassionata permette alla squadra e a tutti i collaboratori di raggiungere gli obiettivi con determinazione e costanza.
A conti fatti, esiste la ricetta per essere un buon Leader?
Eccome! E come tutte le ricette di successo, richiede il perfetto dosaggio dei suoi ingredienti: esperienza, metodo, un pizzico (necessario) di talento e una propensione all’innovazione continua. D’altronde, come ci ricorda Steve Jobs: “È la capacità di innovare che distingue un Leader da un epigono”.