L’imminente uscita dalla Pandemia coincide, per molte aziende, con la soppressione o il ridimensionamento del lavoro in smart working.
Questo inevitabile riassetto degli equilibri equivale a un momento di particolare difficoltà per le aziende, impegnate a fronteggiare la cosiddetta “era delle grandi dimissioni” e la gestione degli effetti del conseguente turnover.
Secondo il Ministero del lavoro e delle politiche attive, infatti, nel quarto trimestre del 2021 si sono registrate in Italia ben 3.497.000 interruzioni di contratti di lavoro, pari a un aumento di 551.000 casi rispetto allo stesso trimestre del 2020. Tra le principali cause vengono identificate le dimissioni dei dipendenti, con un incremento del 42,3%, rispetto al 2020.
Che cos’è il Crisis Management
Con Crisis Management, o gestione delle crisi, si intende un processo attraverso cui un’impresa affronta una situazione che rischia di procurare danno (materiale e di immagine) mettendo in atto una serie di pratiche che consentono di prevenire, gestire e mitigare gli effetti della crisi.
In questo modo si va a intervenire su inevitabili falle nell’interruzione del normale funzionamento delle attività, fronteggiando l’avanzare della crisi.
Come anticipare una crisi?
Non è impossibile. E’ necessario un approccio e una cultura mirati alla preparazione alla gestione della crisi. L’attenzione alla prevenzione e l’individuazione dei potenziali scenari di crisi è l’arma più intelligente di cui un’azienda può dotarsi per prevenire e limitare i danni.
Ogni buon Manager dovrebbe quindi fare attenzione a:
- Rilevare gli indicatori di problematiche che potrebbero comportare l’insorgere di rischi per l’organizzazione;
- Valutare l’effettiva preparazione del team nel gestire l’emergenza e mappare le competenze da sviluppare;
- Attribuire al team ruoli e compiti da svolgere e definire i percorsi formativi di Crisis Management più idonei.
La gestione delle crisi in 3 step
Il processo di gestione della crisi si suddivide in tre importanti fasi:
- RESEARCH
si va a ricercare limiti, mancanze e vulnerabilità che mettono a rischio il business, elaborando un piano di gestione della crisi. - RESPONSE
si studia feedback e capacità di adattamento dell’azienda al piano messo in atto, valutando rimedi a possibili ulteriori incidenti on-the-job. - RECOVERY
nella fase di ripresa, si mette in atto quelle azioni volte a ripristinare lo status quo, minimizzando (dove possibile) i danni occorsi.
Ogni crisi è diversa, non esiste un piano di azione univoco o replicabile. E’ il metodo e la sua applicazione a fare la differenza.
Acquisire queste competenze, e saperle declinare, permetterà all’impresa di mettere in atto una serie di pratiche per gestire le criticità e limitarne i danni potenziali.